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CGM: surgela il sapore della natura

Fare un prodotto fritto da gestire in forno senza fargli perdere gusto e croccantezza. Per di più surgelato!
 


La scelta di operare nel settore del surgelato nasce nel 1985, quando gli attuali tre soci - Tonino Crocetti, Giuseppe Giustozzi e Giuseppino Marinangeli - fondano un’azienda con l’acronimo dei loro tre cognomi. Crocetti e Marinangeli erano alla loro prima esperienza lavorativa, mentre Giustozzi vantava già esperienze nel mondo della ristorazione in  cui opera ancora adesso, con la  gestione di  alcuni alberghi e ristoranti. “Eravamo studenti ed io e Crocetti andavamo a servizio nel ristorante di Giustozzi - racconta Marinangeli - ed è da lì che è nato questo rapporto tra noi tre, che dura da quasi trent’anni.
L’idea che ci accomunava era quella del fare. L’impresa, in un primo momento, è nata per preparare gli alimenti  surgelati per i vari locali del socio Giustozzi”. All’inizio, in un piccolo laboratorio di 200 metri quadrati, si producevano i classici della cucina marchigiana: i fritti, le olive all’ascolana, i cremini panati e i carciofi panati. Il prodotto era preparato tutto a mano, il confezionamento pure. Successivamente si iniziarono a servire i primi grossisti in zona. Nel 1995 la CGM vide il suo primo ampliamento con la costruzione di un nuovo laboratorio, per far fronte alla crescita dei clienti e della conseguente gamma di prodotti.
Ad esso seguì, nel 2002, un secondo ampliamento che ha portato il sito produttivo agli attuali circa 3000 mq. “In quel periodo cominciammo a penetrare anche il canale della grande distribuzione grazie a quella che, nel tempo, è diventata la nostra specializzazione - ricorda Giuseppino Marinangeli - che, come tutto ciò che si apre al futuro, nasce quasi per caso, facendo fronte alle richieste di un cliente di un prodotto in vaschetta monoporzione per il microonde”.
Facendo le prove i tre soci scoprirono che si poteva realizzare un prodotto fritto, gestendolo come cottura in forno.
Da lì nacque un’intuizione che anticipava i tempi e l’evoluzione del gusto: fare un prodotto fritto da gestire in forno senza fargli perdere alcuna delle caratteristiche di gusto e croccantezza che il fritto riesce ad offrire. Per di più surgelato!
Oggi in CGM sono perfettamente in grado di far fronte ad una richiesta in costante crescita: il prodotto da forno infatti, a discapito di quello fritto, si sta affermando sempre di più nella ristorazione, soprattutto nei locali impossibilitati alla frittura. Una ristorazione che si estende anche a nuove formule come la banchettistica, dove si ottimizzano tutti i tempi di preparazione; oppure l’happy hour, momento ludico della giornata dove si apprezzano questi snack più leggeri rispetto ad un normale fritto.


 

L’affermazione del prodotto da forno



“Negli ultimi 10 anni abbiamo apportato cambiamenti radicali, a cominciare dal concetto forno. Dal pane per la panatura alla pastella, a tutta l’ingredientistica che permette di avere una cottura in forno simile alla frittura. Questo ci ha permesso di raggiungere risultati importanti per marchi door-to-door e grandi catene di ristorazione. In questo modo siamo cresciuti nelle vendite e abbiamo tuttora una buona tenuta di mercato”. Attualmente CGM vanta due linee per sette brand, per tutti i canali ma anche per tutti i gusti. Particolarmente forti nel canale ho.re.ca. che assorbe circa l’80% del fatturato, i tre soci non rinunciano ad esplorare e a crescere anche nel settore del retail. “In famiglia non si frigge più e i nostri prodotti assumono, grazie al metodo di cottura in forno che ne esalta il gusto, le stesse sensazioni evocative che solo un buon fritto riesce a dare” prosegue Mari- nangeli. Tra le specialità più apprezzate ci sono il piatto più classico di questa terra marchigiana: le olive ripiene all’ascolana. Ma non sono da meno altri prodotti che stanno segnando delle ottime performance come le mozzarelline impanate oppure il misto di verdure panate. “Sono le tre referenze più importanti che abbiamo e, proprio per questo, gli abbiamo costruito anche un marchio dedicato ‘Grand’Or’
– commenta Tonino Crocetti, responsabile produttivo - dedicato all’alta gamma. Ad esempio, pur avendo ancora una quota molto contenuta di export, le mozzarelline di bufala stanno spopolando in Giappone”. Nel canale ho.re.ca. l’azienda ha scelto di avvalersi di una rete di grossisti, circa 450 su tutto il territorio nazionale. Ad essi si affianca una forza vendita che vede un agente per ogni regione, una persona dedicata ai rapporti con i buyers della grande distribuzione e un’ulteriore figura che si occupa dell’export.
Tutte le consegne vengono fatte con mezzi propri. Inoltre in CGM hanno allestito una macchina tecnica completamente attrezzata di forno e friggitrice, con cui vanno per fiere o presso i grossisti per fare dimostrazioni e degustazioni di prodotto, affidate ad uno chef di fiducia. “Abbiamo una quarantina di referenze, alcune doppie sia da forno che da fritto, ma non sempre tutti le conoscono - spiega Marinangeli - ed abbiamo notato il grande valore dell’assaggio nell’orientare il cliente”. Ci sono prodotti storici dove sono cambiati ingredienti, tipo di cottura e soprattutto tecniche di lavorazione: basti pensare che ciò che si preparava, venticinque anni fa, in due/ tre giorni di lavoro manuale ora si conclude nell’arco di un’ora, dove vanno in produzione dieci/quindici quintali di alimenti. E senza andare minimamente ad incidere sulla qualità. “Standard, controlli e certificazioni sono completamente cambiati, così come i prodotti che vengono realizzati in funzione del mercato e soprattutto l’attenzione alla sicurezza dei prodotti verso i clienti e i conseguenti raggiungimenti delle certificazioni ISO 9001:2008, ISO 22000:2005, BRC, IFS. La territorialità delle abitudini di consumo degli italiani ci spinge a garantire la qualità, perché la nostra presenza è ormai abbastanza capillare sul territorio italiano, e ciò che mangiano al sud non deve essere da meno di ciò che mangiano al nord. Da qui la selezione di materie prime che devono corrispondere al nostro concetto di qualità così come viene percepito dai clienti: nelle nostre confezioni viene surgelato il sapore della natura. E per far questo non possiamo essere una semplice azienda da prezzo” rimarca Giuseppino Marinangeli. Le materie prime arrivano, per scelta, in prevalenza dall’Italia, da fornitori che lavorano con CGM dal giorno dell’apertura: le mozzarelle da Colfiorito in provincia di Perugia, le verdure dal Salento, le carni da Jesi e il tacchino da Forlì. Un mulino locale fornisce la farina in base alle miscele studiate, in anni di ricerca, per i prodotti dell’azienda.
E le olive? “Per quelle abbiamo più importatori, ma dobbiamo per forza andare ad acquistare all’estero, in Grecia o Spagna dove ci sono le olive più adatte per l’oliva ripiena. Il motivo è dettato dalla necessità di soddisfare le richieste del mercato e la produzione locale ci basterebbe a malapena per pochi giorni di lavorazione, dato che trattiamo qualcosa come 570 olive al minuto”. A proposito di olive all’ascolana, Crocetti non rinuncia a dare un ottimo consiglio su come prepararle: “Bollire bene l’olio abbondante e aggiungere poche olive per volta, perché diversamente, trattandosi di prodotto surgelato, l’olio si abbassa di temperatura e viene assorbito. Preferiamo, ogni volta che ci è possibile, dar sempre qualche suggerimento dal momento che abbiamo investito tanto in ricerca e sviluppo e, ovviamente, ciò che noi abbiamo imparato ci piace possa essere condiviso”.


 

Premi e nuove referenze



A proposito di ricerca va ricordato il premio che è stato assegna- to, nei mesi scorsi, ad un prodotto della CGM: ‘Delizie formaggio e funghi’ ha ottenuto dalla fiera di Rimini il ‘Sapore Innovation Award’ per il canale ristorazione. “Si tratta di una delle nuove referenze che abbiamo introdotto quest’anno, insieme al ‘Misto Salumi prefritto’ e alle varianti dei ripieni delle olive all’ascolana: la più venduta, dopo la versione classica con la carne, è quella ripiena di pesce, seguita da quelle con verdure, con formaggio e piccante, con spalla e peperoncino”. Per rispondere adeguatamente alla capillarità del mercato l’azienda ha anche introdotto prodotti che non trasforma diret- tamente ma che commercializza, selezionandone rigorosamente i fornitori: riguardano principalmente referenze che hanno un mercato regionale per cui diventa controproducente investire sulle linee. La risposta alla frammentazione arriva anche dalla scelta di creare altri brand, oltre a ‘Grand’Or’: ‘Cuocinforno’ per la GDO, ‘i Ghiotti Cotti’ per il canale bar, ‘Happy Hour’ parla da sé, ‘Ice Chef’ per il prodotto premium price.
“Abbiamo voluto fare chiarezza tra le diverse tipologie di prodotto per agevolare nella scelta sia i nostri agenti, sia i grossisti e sia il consumatore finale - commenta Marinangeli - soprattutto in questo momento di crisi dove tutti sono alla ricerca di informazioni chiare e trasparenti. Siamo in una fase delicata del mercato e la si deve affrontare con meno problemi possibili”. Per tener fede a questa affermazione in CGM hanno deciso, non appena le condizioni lo permetteranno, di espandere lo stabilimento, riportando tutto in casa in termini di fasi produttive. L’altra scelta strategica, che andrà ad arricchire il tasso di fedeltà ai prodotti CGM, è stata la decisione di aprire, a pochi chilometri dalla sede aziendale, uno spaccio interamente riservato al surgelato dove, insieme alle proprie produzioni, è stato selezionato il meglio del mercato. E non è finita perché, come sostiene Marinangeli, “la ristorazione è orientata al surgelato, visto che è impensabile che il cuoco possa fare tutta una serie di ricette utilizzando solo prodotti freschi. Oggi ci sono prodotti surgelati, che non hanno nulla da invidiare al fresco anzi sono preferibili in quanto lavorati con tecniche all’avanguardia e con qualità di gusto ottimali”. Nel frattempo 9,8 milioni di fatturato e 22 dipendenti sono un bel traguardo per un’azienda che era partita per fare i surgelati per il ristorante di uno dei tre soci.


www.cgmsurgelati.it
 
 
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